Boulevardier Cocktail: Ricetta e Preparazione
BOULEVARDIER
1 oz BOURBON
1 oz VERMOUTH
1 oz CAMPARI
BICCHIERE: COPPETTA
METODO: STIR & STRAIN
GUARNIZIONE: SCORZA ARANCIA
IL NECESSARIO
Puoi creare anche tu un cocktail buono come quello fatto da Claudio! Potrai offrirlo ai tuoi amici, oppure condividerlo con la tua dolce metà. Servono pero’ tutti gli ingredienti giusti, e gli strumenti del bartender.
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Bicchiere
Bottiglie
Strumenti
STORIA
Eh no!
Non ditemi che il Boulevardier altro non è che un Negroni col whisky!
Non me ne voglia il buon Conte, il suo cocktail è qualcosa di favoloso e fa storia a sé, non ha bisogno che uno qualsiasi come me stia qui a tesserne le lodi, la storia ha fatto già meravigliosamente questo lavoro.
Inoltre la codifica del Negroni è ben più recente rispetto a quella del Boulevardier, quindi se proprio proprio volete parlare di twist, paradossalmente è il negroni ad esserlo del Boulevardier, ma chiudo subito questa parentesi perché so che si apre una voragine di pensieri, idee e storie che non troverebbe mai fondo…
Comunque la pensiate credetemi, il Boulevardier merita una menzione d’onore nella “hall of fame” della mixology, l’amalgama dei tre ingredienti è qualcosa di magico, la forza e morbidezza del bourbon, la rotondità del vermouth che alza qualche nota qua e la con un gioco di spezie ed erbe in cui il bitter è un legante perfetto nel suo ardito compito di bilanciare il tutto con la sua strada piena di spigoli e amarezze.
Il servizio in coppetta poi lo nobilita forse ancor più del conte stesso e la sua costruzione permette di armonizzare il tutto con la giusta diluizione e temperatura. Delizioso.
Già da queste poche righe avrete capito che attualmente è in cima alla mia classifica personale. Ho un twist per costruire il MIO personalissimo “Boule”, ma questa è un’altra storia e ne parleremo, forse, in un altro capitolo.
Per dovere di cronaca dobbiamo posizionare sulla linea del tempo il nostro protagonista di oggi, ebbene, pare che la prima ricetta risalga al 1794 ad opera del barman Dominic Venegas, ma la vera fortuna del Boulevardier nasce nel periodo proibizionista quando il grande barman Harry Mc Elhone, che operava all’Harry’s Bar di Parigi, miscelò i tre ingredienti per Erskine Gwynne, scrittore americano espatriato, figlio di un ricco magnate ferroviario nonché ideatore ed editore di una nota rivista parigina di quegli anni, “La Boulevardier” che, guarda un po, prestò il nome al cocktail.
Il drink compare anche nelle pagine del libro “Barflies and cocktail” scritto dallo stesso Harry e pubblicato nel 1927. Sul libro vi erano alcune pagine dedicate alla rivista dell’amico Erskine, tra cui una in cui la parola boulevardier formava un acronimo con i nomi di distillati, bevande ed alcolici vari presenti al tempo:
B : bacardi
O : orangeade
U : Uranite
L : lemonade
E : evian
V : vodka
A : absinthe
R : rhum
D : dubonnet
I : ink
E : eggnog
R : rye
Il nome fu scelto perché in francese “boulevard” significa strada, mordace e acuto, ma ha anche un’accezione come aggettivo che sta ad indicare una persona “di strada”, ma nel senso buono del termine, un “bon vivant”, il classico dandy della Belle Epoque. E guarda caso Erskine Gwynne, incarnava esattamente questo tipo di personaggio.
Che dire, se non conoscete il Boulevardier correte a farvene preparare uno, ma da qualcuno di bravo, e se volete essere sicuri di essere capitati nel posto giusto, seguite il video del nostro Claudio, barman AIBES e Bar manager del Diana Majestic di Milano, così da essere sicuri che chi avete di fronte non stia sbagliando.
Cheers!
Michelangelo