Cuba libre Cocktail: Ricetta e Preparazione
CUBA LIBRE
1 1/2 oz RUM CUBANO
1/2 oz LIME
TOP COCA COLA
BICCHIERE: Collins
METODO: Build
GUARNIZIONE: fetta lime
IL NECESSARIO
Puoi creare anche tu un cocktail buono come quello fatto da Michelangelo! Potrai offrirlo ai tuoi amici, oppure condividerlo con la tua dolce metà. Servono pero’ tutti gli ingredienti giusti, e gli strumenti del bartender.
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Bicchiere
Bottiglie
Strumenti
STORIA
Cari amici di Italian Bartender,
Sono sicuro che capita anche a voi di trovarvi al bancone del bar e disquisire di tutto un po con amici e, qualche volta, coi barman dall’altra parte della “barricata” (no! Non la grappa!), affrontando discorsi di ogni genere, da quelli leggeri e divertenti fino ad arrivare a quelli più delicati e controversi. A me capita spesso di avere ospiti al banco che cercano il mio consenso con lo sguardo, sperando di trovare l’appoggio in merito a quanto detto ed avere così un immediato alleato nella discussione, come se questa fosse tanto più vera quanti più “proseliti” i suoi occhi facessero.
Ricordo in particolare un simpatico episodio avvenuto qualche anno fa.
Di fronte a me, al bancone, due signori, uno un mio cliente abituale della fascia aperitivo accompagnato da un amico che doveva essere stato la perfetta scusa per venirmi a trovare anche quel giorno. L’amico si presentava davvero bene, un distinto signore, alto, magro, in abito grigio camicia nera, così come la cintura e la scarpa, una Oxford stringata, snella e filante, impeccabilmente lucida, a tradire un lavoro da scrivania e l’orologio con cinturino in pelle nera lavorata a fare pendant con la cintura, il quadrante a sfondo bianco, senza numeri, metteva in risalto piccoli marcatori rettangolari anche loro lucidissimi, sembravano di onice nero, ma potrei sbagliare, le lancette poi, fini ed eleganti, nere ovviamente, con punta a freccia con un piccolo foro a forma di rombo. Per lui feci, su specifica richiesta, un Negroni, mentre l’ habitué apprezzava l’acidità del daiquiri e, sapendo chi c’era dietro al banco, non aveva esitato a chiederne un paio nel giro di pochi minuti.
Poco più in là una giovane coppia, sopraggiunta pochi minuti dopo i miei dirimpettai, mi ordinò un paio di cuba libre.
Il distinto signore fece un cenno col capo come se seguisse l’istintivo movimento del suo orecchio che aveva percepito quella comanda. Con il sorriso di chi la sa lunga mi chiese, “ah, ma perché esiste ancora il cuba libre? Pensavo fosse roba dei miei tempi, ormai superata, un miscuglio poco nobile relegabile nel dimenticatoio non appena superati i 20 anni”.
Ebbene, quella domanda retorica mi diede modo di farlo tornare indietro nel tempo, preparai tre cuba, due per i ragazzi e uno per lui, che nel frattempo aveva finito il Negroni. Glielo proposi usando la scusa di doversi mettere in pari con l’amico che ormai aveva ingurgitato anche il secondo daiquiri. “eeeeh se questo drink potesse parlare, rivelerebbe molto della storia della mia vita….” disse l’elegante ospite al banco. “se quel drink potesse parlare sono sicuro che rivelerebbe molto anche della sua di storia…” risposi io. Il cliente incuriosito insistette perché continuassi, e un attimo dopo oltre a fare un salto nel suo passato, ne fece uno molto più indietro nel tempo, imparando quanto ci fosse dietro a quel drink che lui, superati i vent’anni, aveva relegato nel dimenticatoio alla svelta, complice qualche sbronza di troppo.
Tornando a noi, mi chiedo se di tutti gli articoli sui drink che ho scritto, di tutte le storie bizzarre, vere o presunte, leggende o miti che siano, ce ne sia uno che parla del cuba libre, che certamente non sarà il drink miscelato più elegante, bilanciato e nobile del Mondo, ma se vogliamo dirla tutta è uno dei pochi drink che ha una storia quasi certa, perlomeno per quanto riguarda data e luogo di creazione. Curiosando nella cartella “ARTICOLI” di ITB scopro che effettivamente nulla abbiamo scritto di questo drink e quindi vi tocca il “pippone” storico anche sul cuba…
Ad essere onesti il cuba è un classico da cui tutti abbiamo fatto tappa obbligata nella nostra adolescenza, una coca con un po di sprint in più, un modo perfetto per avvicinarsi alle bevande alcoliche ed altrettanto perfetto per dire ai genitori di aver bevuto “solo” una coca cola. Si sa, le mezze verità sono più facili da digerire.
La guerra Ispano-Americana è lo scenario politico in cui nasce il protagonista di oggi, secondo diverse fonti l’intervento militare statunitense in territorio cubano, volto a cacciare gli spagnoli dal territorio, fu il vero artefice della nascita del drink. Nel 1898 Cuba ottiene la tanto agognata indipendenza così i cubani insieme ai soldati statunitensi decisero di brindare mischiando i due prodotti tipici dei paesi, il rum e la coca cola, al grido di “por Cuba Libre!”.
Secondo altre notizie giunte fino a noi la Coca Cola, inventata da un farmacista di Filadelfia nel 1886, con gli anni approda a Cuba in seguito alla massiccia presenza di americani in territorio cubano dopo la liberazione dalla Spagna. A quel punto il connubio col rum appare quasi una naturale conseguenza.
C’è chi pensa di dare credito alla storia che narra di un avventore sconosciuto che, trovando troppo forte e acido il suo daiquiri, decise di allungarlo con la coca cola. Sapete quanto siamo romantici, quanto ci piacciono le storie romanzate, ma mi rifiuto categoricamente di credere a questa storia, perdonatemi, ma guai a toccarmi il daiquiri!
Fortunatamente luogo e periodo storico sono certi e la storia più accreditata è la prima che vi abbiamo riportato.
Se la guerra ispano-americana è stata fondamentale per la nascita del cocktail; ad un’altra guerra si deve la sua capillare diffusione, prima in territorio americano e successivamente in tutto il Globo.
A partire dal 1942 gran parte delle distillerie americane fu costretta ad interrompere la produzione dei distillati per far fronte alla richiesta di alcol industriale, ingrediente necessario per ottenere benzina avio destinata a sostenere lo sforzo bellico.
Questa lacuna fu colmata solo in minima parte dai distillati importati dal vecchio continente, ma sempre più difficili da reperire visto quanto si prospettava all’orizzonte. Il mercato statunitense fu così invaso da rum a basso costo e di pessima qualità proveniente da quelle che in passato venivano chiamate le indie occidentali, ovvero i caraibi. Uno dei modi più diffusi per mascherare il sapore poco gradevole del rum fu quello di mescolarlo insieme ad altre bevande, principalmente Coca Cola.
Inoltre a partire dall’estate del 1940 migliaia di soldati americani furono impiegati nelle isole caraibiche con l’intento di contrastare i sottomarini tedeschi, che coi loro attacchi alle navi cargo limitarono notevolmente gli scambi commerciali. Un dispiegamento di circa 130.000 soldati a cui la Coca Cola non fece mai mancare il proprio sostegno, approvvigionandoli cospicuamente.
Nelle isole il rum divenne ben presto la bevanda più consumata dai soldati, principalmente per il suo basso costo, basti pensare che un bicchiere di rum costava meno di un bicchiere di birra!
La spinta decisiva fu probabilmente dovuta al successo di una canzone. Nel 1944 le Andrews Sisters registrarono “Rum and Coca-Cola” che inaspettatamente divenne un successo radiofonico.
A gennaio del 1945 entrò nella Billboard Top 30 restandoci per 20 settimane, 10 delle quali occupando la prima posizione. Per darvi un’idea del successo di questa canzone vi basti pensare che in alcuni locali fu bandita dai jukebox, in quanto i dipendenti erano letteralmente stufi di ascoltarla tutto il giorno. La stessa casa discografica ebbe problemi a reperire i materiali sufficienti per incidere i vinili, tanta fu la richiesta.
In realtà la canzone delle Andrews Sisters fu solo una versione “presa in prestito” ed edulcorata di una canzone del 1943 di Lord Invader molto popolare a Trinidad. Per questa canzone Lord Invader, a sua volta, prese spunto dalla melodia di “L’année Passée” di Lionel Belasco del 1906 e vi adattò un testo più contemporaneo raccontando in ottica dolceamara l’impatto dei soldati americani, gli Yankees appunto, sulla la popolazione locale.
Piccola curiosità: negli anni i cubani hanno affibbiato al Cuba Libre il nomignolo “mentirita” ovvero piccola bugia, perchè? “Porque Cuba no es libre! Claro no”?
Il Cuba Libre è un cocktail presente nella lista IBA dal 2004 e fa parte della categoria Contemporary Classics.
La sua ricetta prevede:
- 50 ml di rum chiaro
- 120 ml di coca cola
- 10 ml di succo di lime fresco
Bicchiere : Collins
Tecnica : Build
Guarnizione : Scorza di lime
Testo: Michelangelo Tremolada e Michele Fiorentino