Inebripiante
Inebripiante : Il titolo di questo articolo è volutamente provocatorio perché stiamo per occuparci di un argomento di grande attualità nel mondo della miscelazione, quello della presenza nei cocktail delle botaniche e delle “risorse” che Madre Natura ci mette a disposizione da sempre. Sì perché potremmo stare a parlare per ore di come si è evoluta la miscelazione negli ultimi anni, o meglio, di come è cambiata, perché in realtà se ben guardiamo l’evoluzione c’è stata nelle tecniche e tecnologie che ci permettono di raggiungere il nostro “obiettivo liquido”, sfruttando elementi ed attrezzatura presi in prestito da altre aree, come per esempio le molte tecniche di cucina che oggi caratterizzano le preparazioni di cocktail, oppure la lavorazione dei bicchieri, mixing glass ed attrezzature in genere che oggi possono vantare tecnologie produttive e qualità senza precedenti.
All’evoluzione tecnica si è affiancata l’evoluzione della mixology o meglio la riscoperta della mixology, perché se è vero che mai come oggi si ripropongono i grandi classici ed Old Fashioned, Manhattan e Sazerac sono i protagonisti di un esame non scritto che tutti noi facciamo quando andiamo a bere in un nuovo locale e ci troviamo di fronte al barman è altresì vero che un aspetto che è diventato protagonista del bancone è quello dell’utilizzo di tutte le risorse vegetali che abbiamo a disposizione.
Per la verità anche questa componente non è affatto nuova, anzi l’arte di utilizzare le piante è forse quella più antica. Da migliaia di anni l’uomo utilizza le piante per sfamarsi, dissetarsi, ripararsi e curarsi, Ippocrate e Galeno iniziarono migliaia di anni fa una medicina più razionale e scientifica e meno improvvisata basandosi sullo studio delle proprietà curative delle piante, creavano unguenti, consigliavano di frizionare la parte dolente con quell’erba e masticare la radice di quell’altra per ovviare ad altri malesseri, arrivò poi il momento dei curati di tutti gli ordini religiosi, dai frati ai monaci, che col loro lavoro diedero origine a bevande inebrianti, dai vini alle birre (come non citare le rinomatissime birre belga? Quasi tutte prodotte nei conventi e nei monasteri), senza tralasciare i liquori di cui ancora oggi le nostre bottigliere sono piente, Frangelico, Dom Benedectine, Creme de cassis, sono tutti esempi di liquori creati da uomini religiosi.
Così, oggi come allora, le piante giocano un ruolo di primo piano nei nostri drink, certo passare da un utilizzo medicale ad uno più ludico e gaudente sembra quasi un affronto, ma il nostro settore altro non è che uno spin-off del maremagnum di utilizzo di cui le piante si rendono protagoniste. Ecco che nei bar troveremo botaniche di ogni specie, sciroppi homemade, liquori casalinghi e drink list che vantano cocktails creati utilizzando questi preparati con basi vegetale, siano esse piante e fiori oppure frutta e verdura.
C’è però un aspetto molto importante da non sottovalutare quando si utilizzano le piante, primo fra tutti è la indispensabile conoscenza della materia prima, la consapevolezza di utilizzare elementi effimeri, che spesso perdono il loro potere espressivo poco dopo la raccolta, la sapienza nel manipolarle, avendo cura di non rovinarle sottoponendole a trattamenti non idonei; ricordatevi inoltre che alcune piante sono dannose se raccolte in periodi non corretti, altre possono rilasciare sostanze tossiche se la lavorazione non è quella corretta, alcune rendono meglio in infusione e altre ancora in macerazione, insomma è un mondo davvero complesso che prevede uno studio durato ed approfondito, se non avete propriamente il pollice verde, piuttosto fatevi aiutare da un vivaista o da un botanico. Inoltre con le rigidissime norme igienico-sanitarie cui siamo soggetti oggigiorno dobbiamo ricordarci di fornire su ogni preparato la tracciabilità, la lavorazione e la scadenza dei prodotti che utilizziamo.
Sulla scia delle mode sono nati ultimamente i cosiddetti “healtly drink” ovvero preparazioni analcoliche volte al benessere del corpo. Inutile dire che il mondo vegetale è l’assoluto protagonista di questi cocktails, centrifugati, estratti, infusi ecc…sono considerati alla stregua di drinks e dovremmo essere in grado di miscelarli e bilanciarli con sapienza, anche in base alla destinazione d’uso cui sono rivolti.
Per capire meglio il mondo delle botaniche e come utilizzarle nei cocktails noi di ItalianBartender siamo andati al Surfer’s Den a Milano per parlare e farci raccontare il suo punto di vista sulle piante dal grande mixologist Yuri Gelmini vero e proprio cultore di tutto ciò che è piante e fiori e che crea i propri drink utilizzando esclusivamente le botaniche che crescono all’interno del giardino del suo locale.
Volete sapere com’è andato l’incontro con Yuri? Restate connessi,trovere l’articolo nella sezione dedicata ai personaggi a breve, vi posso garantire che non ne rimarrete delusi.
Come dite? Qualche anticipazione?
Bhe vi basti pensare che è stata l’unica intervista….senza domande!
Scritto da Michelangelo Tremolada
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