La Sambuca
Buonasera Bartenders, Drink lovers e bevitori curiosi.
Il 2020 è stato sicuramente un anno da dimenticare per molti di noi, il settore dell’Hospitality è stato quello che più di ogni altro ha risentito degli effetti della pandemia, così come per le aziende di distribuzione di tutti i prodotti che gravitano attorno al questo mondo.
Spesso ci si è chiesti come poter sopravvivere, come poter differenziare il prodotto e come rendere unico qualcosa che è indissolubilmente legato alla presenza fisica, alla convivialità ed alla condivisione. In questa situazione noi di ITB abbiamo deciso di guardare avanti, studiare i fenomeni industriali che più di altri si sono distinti per lustro, storia e qualità, il tutto ovviamente volgendo lo sguardo al made in Italy. Abbiamo notato come diverse realtà industriali del nostro paese siano nate in periodi storici non certo facili, anzi qualcuna anche nei primissimi anni del dopoguerra, a dimostrazione che la forza la si trova proprio dopo i periodi più bui e difficili.
Una delle aziende più significative in questo senso nasce a Civitavecchia nel 1945, e risponde al nome di “Molinari”, brand italianissimo conosciuto oggi in tutto il Mondo soprattutto per il suo prodotto di punta, la “Sambuca Extra”.
Lo scenario in cui nasce la Molinari è davvero tragico. Nel 1945 Civitavecchia presentava una ferita sociale e territoriale profondissima, a causa di una serie di bombardamenti che la misero in ginocchio tra il 1943 ed il 1944. Ritenuta un punto strategico per l’Italia grazie allo storico porto ed al suo snodo ferroviario, che permettevano rifornimenti dalle Isole, trasporti e comunicazioni, Civitavecchia fu vittima di una serie di bombardamenti da parte degli alleati tra i più massivi e distruttivi di tutta la guerra. Si contarono 87 bombardamenti aerei, incursioni giornaliere via terra, una distruzione che arrivò al 95% del territorio, e che non risparmiò nemmeno opere d’arte, edifici storici, chiese e cattedrali antiche.
In questo scenario apocalittico Angelo Molinari decise di rimboccarsi le maniche ed aprire il suo liquorificio, per dare nuovo slancio all’economia di una città ormai in ginocchio. La storia di Angelo è curiosa, già profumiere e liquorista decide di trasferirsi ad Addis Abeba, nell’Etiopia “italiana”, dove impara le tecniche di miscelazione e gestisce un locale, per poi tornare in patria e trasferirsi definitivamente a Civitavecchia nel 1936 dove comincia a lavorare nel liquorificio Manzi che produce una sambuca a partire da anice verde, finocchietto selvatico e fiori di sambuco.
Angelo perfeziona l’arte, capisce e carpisce i segreti della sambuca e ne intravede altre potenzialità, che il Manzi non vede, anzi, spesso, si “dimenticava” degli affari per sponsorizzare i rivoluzionari italiani, oppure Mazzini o ancora il Regio Governo Sardo, al punto che Angelo capisce che è il momento di staccarsi e fondare la sua azienda, la Molinari appunto, nel 1945.
Tutti sappiamo che la base di lavoro della Sambuca è l'anice stellato, ma perchè proprio questo ingrediente è così importante? e quali caratteristiche porta con se, tanto da renderlo fin dai secoli passati una materia prima protagonista nella cucina e nella pasticceria italiana? Partiamo subito col dire che l'anice stellato è una pianta di origine antichissime, già conosciuta ai tempi degli antichi greci e romani, veniva usata come aromatizzante per le carni e diverse preparazioni culinarie, ma la sua fama deriva dal fatto che veniva utilizzato per preparare un dolce molto richiesto, antenato della nostra torta nuziale, così famoso da portare gli antichi a coniare il nome "anisium", che significa eccitare ed avvampare in greco, per lo scopo matrimoniale cui il dolce era rivolto. Va detto che l'anice stellato ha diversi "poteri" terapeutici, elimina le impurità dall'organismo, è antiasmatico e, ovviamente è un potente digestivo, peculiarità che ha sfruttato Angelo Molinari per preparare il suo liquore.
L’intraprendenza imprenditoriale di Angelo gli permette di diffondere la sua sambuca in tutta Roma e ben presto in tutta Italia. Proprio nella capitale, durante le riprese dell’iconico film di Federico Fellini “La dolce vita”, uno degli attori inserisce un chicco di caffè all’interno della sambuca di uno dei protagonisti (tutto il cast era solito bere Molinari durante le riprese) con l’intento di fargli uno scherzo e gridargli “attento! c’è una mosca!”. Da quel momento questo rito ha influito molto sul gusto dell’epoca, tanto da arrivare indenne ai nostri giorni: ormai la mosca è tradizione!
Altra tradizione è quella del “Resentin”, ovvero l’usanza di inserire un goccio di sambuca all’interno della tazzina che ha ospitato il caffè per “pulirla”
La Sambuca Molinari era il liquore per eccellenza, sportivi e personaggi dello spettacolo prestarono favorevolmente il volto come testimonial, un grande estimatore del liquore italiano fu anche Frank Sinatra, al punto da arrivare a scrivere alla famiglia Molinari una lettera in cui tesseva le lodi del prodotto.
Ai figli spettò il compito di ingrandire l’attività, Marcello, Mafalda e successivamente anche Antonio, fecero crescere ulteriormente l’azienda di famiglia, giocando partite di marketing mai scontate, creando spot che divennero iconici in tutto il paese e nel Mondo.
Nel 1975 Angelo viene a mancare, solo un anno dopo aver aperto il secondo stabilimento produttivo (in provincia di Frosinone n.d.r.), un vero gioiello tecnologico per l’epoca e capace di sfornare la bellezza di 60.000 bottiglie al giorno.
Negli anni 80 e 90 del secolo scorso la famiglia Molinari si dedica a consolidare all’estero il blasone ed il commercio del loro prodotto, arrivando a fondere nell’immaginario collettivo il nome del prodotto “sambuca” esclusivamente col brand name “ Molinari”.
La bottiglia iconica della Sambuca extra rimase invariata fino al 2017, anno in cui la famiglia decide di rinnovarne il design, mantenendo chiari legami col passato, ma puntando su linee più morbide ed esaltando la trasparenza del prodotto.
Arriviamo così al 2020 anno in cui l’azienda festeggia il 75° anniversario. La scelta per festeggiare al meglio tale ricorrenza non poteva essere che la creazione di una limited edition in collaborazione con l’illustratrice italiana OZ (Olimpia Zagnoli), scelta non casuale, perché OZ è famosa in tutto il Mondo per interpretare il “made in Italy” e che condivide con l’azienda valori importanti, come condivisione e convivialità che da sempre sono peculiarità del carattere di Molinari. La bottiglia si presenta con una veste grafica pop e colorata, stile inconfondibile dell’artista Emiliana naturalizzata Milanese. Partendo dai piedi della bottiglia si scorgono silhouette a sviluppo verticale che ricordano proprio l’iconico vetro, per poi svilupparsi in altezza, verso il collo diventando invece persone, sovrapposte, colorate, quasi a tenersi per mano, quasi ad abbracciarsi, come a volerci ricordare che, mai come quest’anno, gli abbracci sono la cosa che più ci manca.
Nel 2006 Mafalda, figlia di Angelo, istituisce una fondazione Onlus dedicata al padre e da allora l’azienda promuove e sovvenziona ricerche scientifiche, dona attrezzature mediche agli ospedali e organizza convegni medici. Nel 2015 la fondazione vira i suoi interessi sociali, andando a focalizzare il proprio impegno a favore dei minori in grave stato di disagio o di bisogno e alle loro famiglie.
Molinari segue anche il trend delle competition tra barman, tanto in voga ultimamente, al punto di promuove e sponsorizzare “Bartendercy”, competizione sviluppata col canale televisivo Fox e capitanata da esperti del settore.
Noi invece vogliamo proporre un cocktail che ricordi la tipica tradizione italiana del caffè corretto con sambuca, lo abbiamo chiamato MOSKAZERAK in onore della guarnizione tipica della Sambuca e con un richiamo all’antico sazerac per meccaniche di costruzione e servizio.
Ecco la ricetta per ricrearlo.
1 ¾ oz Mount Gay rum,
½ oz Molinari,
2 dash Peychaud’s bitter,
Costruire nel Mixing glass e filtrare in old fashioned percolando chicchi di caffè all’interno di un colino a maglie fini.
Guarnizione, 1 chicco di caffè.
Sul sito ufficiale della Molinari potrete trovare diverse idee per usare il loro prodotto, ne citiamo un paio qui di seguito.
L’ITALIANO: 6 cl Sambuca Molinari, 20 cl succo di Arancia e fetta di limone
LA SAMBUCATA: 4,5 cl Botanist Gin, 2,5 cl Vermouth Bianco, 1,5 cl Sambuca Molinari, 2 drop di orange bitter e olii essenziali di arancia.
In pieno centro a Roma, nei pressi di piazza del Popolo, c’è il First hotel, la quale al suo interno c’è una terrazza con ristorante di pesce stellato (l’unico a Roma), dove Molinari ci ha messo il logo.
Nel 2018 Molinari stringe rapporti con il colosso francese Remy Cointreau, una collaborazione che apre nuovi e spettacolari scenari nel mercato della liquoristica: il connubio Italia Francia ha portato all’azienda un’ulteriore salto di qualità, in nome del buon bere. Grazie al lavoro del Brand Ambassador Luca Moroni, Il brand Molinari sta mostrando ai vari operatori i prodotti presenti nel suo portfolio; citiamo i vari Mount Gay, Bruchladdich, Metaxa e the Botanist; Durante il 2020 la tecnologia ci ha aiutati a restare sempre in "movimento" potendo sviluppare webinari, corsi e masterclass e Molinari si è dimostrata molto competitivia e sempre presente anche in questo caso, organizzando diverse attività online.
In questi decenni l'azienda ha sempre portato in giro per il Mondo una immagine dell'Italia pulita, ricca di cultura, storia e fascino, per questo siamo sicuri che il futuro, seppur ancora tutto da scrivere, riserverà a questa azienda ancora grandi soddisfazioni.
Cogliamo l'occasione per ringraziare il Brand Ambassador Molinari Luca Moroni per il ricco e piacevole contributo apportato per la stesura di questo articolo, senza di lui e di alcune sue "chicche" non avremmo potuto rendere giustizia in maniera corretta ad una azienda che si merita tutta la stima e l' ammirazione del mondo liquido, di cui tutti noi facciamo parte!
Cheers and enjoy!
Testo: Michelangelo Tremolada
Ricerca e redazione: Luca Moroni / Alessio Ciucci